Centro Clinico Specialistico 

DSA, BES e Potenziamento Cognitivo

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“C’era una volta, tanti e tanti anni fa, un mondo di animali e dovevano fare qualcosa per affrontare i problemi del mondo nuovo. Decisero allora di organizzare una scuola. Ci doveva essere un curricolo, con delle attività stabilite. Le discipline selezionate furono la corsa, l’arrampicamento, il nuoto e il volo. Tutti gli animali dovevano seguire le quattro materie: tutti dovevano essere all’altezza di fare le cose di tutti.

L’anatra era un’alunna eccellente nel nuoto, perfino più brava del suo istruttore; fece pure dei passi avanti nel volo, ma nella corsa era proprio una frana. Dato che era così lenta in questa materia, fu costretta ad andare al doposcuola, saltando pure qualche ora di nuoto, pur di farla impratichire nella corsa. Questo, però, la portò poco per volta, a rovinarsi in malo modo le sue zampe membranose, e così finì per diventare anche mediocre nel nuoto. Ma la mediocrità a scuola era di norma, sicché nessuno se ne preoccupò, tranne l’anatra stessa.
Il coniglio fu, fin dall’inizio, il primo della classe nella corsa, ma la fatica che fece per imparare, costi quel che costi, a nuotare fu proprio tanta e gli costò infatti un crollo nervoso.
Lo scoiattolo era bravissimo nell’arrampicarsi , finché non cadde in una frustrazione totale nel cercare di imparare a volare proprio come voleva il suo insegnante, sempre dal basso in alto, anziché dalla cima dell’albero in giù. Per il troppo allenamento cominciò a soffrire di crampi e così finì per avere “solo” un 8 nell’arrampicamento ed appena un 6 nella corsa.
L’aquila era proprio un’alunna-problema, da tenere sempre sotto una ferrea disciplina: certo in arrampicata sapeva battere tutti, ma solamente usando il modo suo per arrivare alla cima dell’albero, un metodo che però non si usava in quella scuola.
Alla fine dell’anno, un’anguilla anomala, veramente molto brava a nuotare, disciplina in cui sapeva applicarsi a lungo, ma che riusciva, molto diligentemente, ad arrangiarsi un po’ anche nel correre, arrampicarsi e perfino un tantino a volare, ebbe la media più alta e, promossa come la più brava della scuola, ebbe l’incarico onorifico di tenere il discorso di commiato.”
                             (Favola del curricolo, o delle differenze individuali, di G.H. Reavis)

La Scuola, come non la vorremmo...

 

Questa vecchia favola di questo pedagogista, ci propone una scuola proprio come non la vorremmo. Perché una scuola così, finisce per uccidere le specialità e, soprattutto, per non poter far fronte alle esigenze ed alle difficoltà di ciascun allievo.

Ma ci sono, eccome, le differenze individuali; ciascuno è riconoscibile ed apprezzabile con le proprie peculiarità. Cervelli diversi che non funzionano alla stessa maniera e che a scuola possono incontrare piccole o grandi difficoltà per molteplici ragioni che poco o nulla hanno a che fare con il livello di intelligenza.

Così, ci capita con tristezza di trovarci di fronte a bambini dotati che, tuttavia, rifiutano la scuola senza un chiaro motivo apparente; bambini che vorrebbero studiare, ma che fanno fatica anche solo a rimanere concentrati su quella pagina del libro o su quell’esercizio; bambini dal temperamento così vivace da non riuscire proprio a stare fermi sul banco; bambini preparatissimi che, tuttavia, non riescono a liberare il loro sapere di fronte all’insegnante ed ai compagni….

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Le cause, le spiegazioni di questi e di tanti altri disagi scolastici sono difficili da identificare con precisione, poiché possono essere legate a tanti aspetti del nostro essere che agiscono su più livelli, intrecciandosi tra loro…

Le cause, dunque, restano abbastanza confuse; ciò che, invece, purtroppo, è certo, è che oggi va crescendo in maniera preoccupante il numero di diagnosi a carico di bambini e adolescenti riconosciuti affetti da disturbi e sindromi che riguardano forme diverse di abilità neuro-cognitive e che determinano spesso “diversità” se non “esclusione”.

La diagnosi di disturbi specifici e/o aspecifici che riguardano l’apprendimento è certamente un problema per il bambino perché rende improvvisamente critici molti aspetti della sua vita sociale. Il fatto di scoprirsi improvvisamente classificato come dislessico piuttosto che iperattivo o con un lieve ritardo mentale, e bisognoso di una terapia, farmacologica piuttosto che psicologica, comporta un sentirsi diverso e inadeguato per una condizione di inferiorità, spesso senza neanche averne direttamente consapevolezza.

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Una scuola che voglia essere concretamente inclusiva, nella sostanza, dovrebbe farsi carico di un crescente complesso di bisogni, non solo per gli alunni con disabilità ma per i molti di più che hanno Bisogni Educativi Speciali. E lo potrebbe fare proprio se riuscisse a rendere sempre più “speciale” la “normalità” del fare scuola tutti i giorni: una speciale normalità, come condizione di sintesi tra specialità e normalità, che le contiene e le supera entrambe, e che si può realizzare solo quando le spinte di integrazione riescono a combinarsi con risposte tecniche specifiche ed efficaci.

Una normalità più speciale, dunque, che possa consentire a tutti gli alunni di sfuggire non solo ai rischi della separazione dal gruppo ma anche a quelli di un calo dell’autostima, con conseguenze importanti su tutto lo sviluppo della personalità.

Radici di molti disturbi d’apprendimento non specifico affondano, infatti, nella sfera emozionale: una percezione di sé fallimentare, incapace o comunque inadeguato, impedisce un funzionamento cognitivo congruo alle potenzialità, che invece di esprimersi si contraggono, coartandosi fino ad appiattirsi completamente. Sono alunni che evitano attivamente il compito perché hanno rinunciato a pensare. Una perdita, dunque, di eccezionale portata che conduce, spesso, ad un Sé accademico depresso.

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Il Programma di Arricchimento Strumentale

di R. Feuerstein

Nel nostro Centro Clinico Specialistico, negli interventi offerti a minori con difficoltà di apprendimento, abbiamo sperimentato, ormai da oltre dieci anni, l’efficacia del modello educativo-cognitivo ideato dal Prof. Feuerstein denominato PAS (Programma di Arricchimento Strumentale).

Il Programma di Arricchimento Strumentale (PAS) di R. Feuerstein, è una strategia per lo sviluppo delle strutture cognitive dell’individuo in fase di apprendimento. Il PAS ha due obiettivi fondamentali:

 

1) arricchire il repertorio individuale delle strategie cognitive per arrivare a un apprendimento e ad un problem solving più efficaci;

 

2) recuperare le funzioni cognitive carenti e sviluppare nuove strategie nel caso di minori con difficoltà.

 

Anziché focalizzarsi su una specifica abilità o area di contenuto, il PAS punta al processo di apprendimento in sé.

 

Nella concezione del PAS come programma di recupero è implicita la convinzione che una prestazione cognitiva carente non deve essere vista come una caratteristica stabile della persona, e che un intervento sistematico, mirato alla correzione delle funzioni carenti, renderà questa condizione reversibile, producendo cambiamenti rilevanti e significativi nella struttura cognitiva dell’individuo: si tratta della Teoria della Modificabilità Cognitiva: ogni individuo, a partire da qualsiasi condizione e ad agni età, può intraprendere un percorso di miglioramento.

 

Il fattore più importante e direttamente responsabile della qualità e dell’entità della modificabilità cognitiva di un individuo è l’Esperienza di Apprendimento Mediato.

 

In questo modo, il metodo Feuerstein permette di rispondere alla domanda di tanti genitori e insegnanti: “Cosa posso fare?”. Laddove, oggi, le risorse dell’individuo sono inadeguate, esse possono essere attivate e riattivate attraverso un percorso di “mediazione”.

 

Chi svolge, infatti, questa straordinaria azione di far emergere le funzioni cognitive, di rinforzarle, di portarle a consapevolezza cosciente è il Mediatore, cioè l’adulto-guida che si frappone tra lo stimolo (sia esso un compito, un gioco, un qualsiasi strumento utile) e il bambino, in un’azione di facilitazione dello sviluppo delle potenzialità nascoste. Il mediatore propone stimoli selezionati, graduati e ordinati, finalizzati proprio al potenziamento delle funzioni cognitive carenti, in modo da attuare una modificazione strutturale, attraverso la consapevolezza dei processi di pensiero e le generalizzazioni.

Il mediatore, in una attività di PAS in gruppo, ad esempio, non impone la conoscenza di un certo contenuto, ma utilizza lo stimolo scelto per creare un processo di circolazione di informazioni nel gruppo. Attraverso le domande intenzionali attiva il pensiero di ciascun membro e sempre attraverso le domande, percorre le strade che portano alla soluzione, all’obiettivo; propone strategie, orienta l’attenzione, dà significato agli stimoli, mette in relazione gli stimoli tra loro o con precedenti situazioni; sostiene il percorso di ciascuno come “stampella” sicura, incoraggiando le iniziative efficaci e scoraggiando quelle inefficaci e/o ostacolanti (come la distraibilità), media le regole comportamentali (turnazione, superamento di conflitti) e dà un senso di condivisione al gruppo. Si crea così un ambiente favorevole all’emergere degli apprendimenti, dove per esempio l’impulsività lascia il posto ad un atteggiamento più riflessivo, gli agiti caotici cedono il passo a quelli più pianificati, i comportamenti finalistici si riassorbono per far emergere quelli centrati verso l’obiettivo.

 

Facilitare questo processo ha certo ricadute positive sulla stima del Sé accademico,

sulle relazioni sociali, sulle capacità di ragionamento,

nonché sulle competenze e abilità di base.

 

Un aiuto, dunque, per imparare ad imparare.

 

Presso il Centro Clinico Specialistico Family Time operano Psicologi e Psicoterapeuti, Mediatori Feuerstein con esperienza pluriennale.

Il Percorso prevede incontri settimanali individuali e/o di gruppo.

Si accede al trattamento, previa valutazione effettuata presso il Centro Clinico.

 

Per info e prenotazioni:

Dott.ssa Arianna Murrone

Psicologa, Psicoterapeuta, Mediatopre PAS I° liv.

Coordinatore Family Time

Tel. 328/8612503 

 

 

 

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