“Specchio, specchio delle mie brame…”
Autostima: il carburante per i nostri figli
#iosonocaffè Accademia della Famiglia
“L’impatto che l’autostima ha su di noi, non richiede né la nostra comprensione, né il nostro consenso. Si fa strada dentro di noi anche senza che lo avvertiamo. Siamo liberi di tentare di afferrarne le dinamiche come di rimanerne all’oscuro; in questo caso rimaniamo un mistero per noi stessi e finiamo sempre per subirne le conseguenze”
Nathaniel Branden
L’autostima di una persona può essere alta, perfino esagerata. Oppure bassa, quasi inesistente. In quest’ultimo caso è possibile che, in qualche momento della nostra infanzie, qualcuno a cui abbiamo voluto bene non abbia trovato le parole giuste per starci vicino. Perché un bambino cresca credendo in se stesso, infatti, non è sufficiente che i genitori credano in lui. Qualunque risultato raggiunga. Dobbiamo saperglielo comunicare e dimostrare, con le parole e con i fatti.
L’autostima è probabilmente il dono più prezioso che possiamo fare ai nostri figli e le occasioni in cui possiamo farla crescere in lui, per fortuna, sono davvero molte!
Uno dei compiti più delicati per noi genitori è proprio quello di aiutare i nostri figli a costruire la propria immagine di sé. È attraverso il dialogo e la relazione con noi che nostro figlio raccoglie frammenti di informazioni e percezione di sé che, a poco a poco, diverranno, per lui, verità assolute.
Siamo lo “specchio magico” attraverso il quale nostro figlio esplora se stesso e a cui domanderà quale sia il suo valore. Specchio, specchio delle mie brame…
Se lo Specchio fa continui commenti negativi (Finiscila! Ma non capisci?!, Sei cattivo! Non sei capace! Sbagli sempre!) è probabile che il livello di autostima del bambino rimanga pericolosamente basso.
Se lo Specchio non fa altro che lodare (Sei bellissimo! Sei il più bravo! E’ l’altro (maestra, compagno, amico, ecc.) che ha sbagliato, non sei tu!) è possibile che l’autostima sia pericolosamente alta.
Se lo Specchio, invece, trasmette il messaggio “giusto”, ecco che il bambino può trovare l’equilibrio ideale per crescere ed esplorare con sicurezza il mondo.
E il messaggio “giusto” suona più o meno così:
“Ti amo per quello che sei, indipendentemente dai risultati o dai successi che ottieni”
Insomma, un po’ il contrario di: “Ti amo se…”, “Vai bene se…”
E’ quello che possiamo definire Amore Incondizionato.
Anche se tutto questo ci sembra ovvio e scontato, vi assicuro che risulta difficile a volte trasmetterle con costanza. E le ragioni di queste difficoltà possono essere diverse:
1. A volte siamo noi stessi genitori ad avere un basso livello di autostima e per questo trasmettiamo ai figli un modello di comportamento in cui l’insicurezza e l’autolimitazione sono la norma.
Dimostrare di saper amare e accettare se stessi significa dare la stessa libertà anche a chi cresce accanto a noi. Quindi, prima di tutto, fai attenzione alle parole che usi per parlare di te e al modo in cui tu reagisci alle circostanze della vita.
Impegnati per diventare un modello di sana autostima a cui tuo figlio possa fare riferimento ogni giorno.
2. Altre volte, noi genitori, se dotati di un buon livello di autostima, attenti e affettuosi nei confronti dei nostri figli, fatichiamo, comunque, a sintonizzarci sulle sue esigenze.
Ogni bambino è unico, diverso da mamma e papà, fratelli, sorelle o compagni di gioco. E, nell’aiutarlo a costruire la propria autostima è necessario tener conto delle sue inclinazioni personali, dei suoi gusti e bisogni, delle sue paure e capacità.
Parla con lui, ascoltalo e osservalo. Impara a conoscerlo e ad accettarlo per quello che è. Il fatto di dedicargli tempo e attenzione è un ottimo modo per comunicargli che per te è importante.
3. Infine, a volte noi genitori siamo troppo esigenti e perfezionisti e, spesso senza accorgercene, carichiamo i nostri figli di aspettative eccessive, irrealistiche o inadeguate alla loro età, mettendoli davanti a facili fallimenti. Invece, l’autostima si sviluppa grazie all’amore incondizionato, ad un’accettazione slegata da qualsiasi prestazione o risultato ottenuto. (Ovviamente, se quello che fa non va bene, è importante dirglielo chiaramente, perché il compito di un genitore è anche quello di responsabilizzare il proprio figlio; tutto questo deve, tuttavia, essere slegato dalla relazione e dall’amore che si prova per lui).
Ciò che noi genitori dobbiamo assolutamente ricordare è che siamo per i nostri figli un vero e proprio "Specchio parlante” e il messaggio migliore che possiamo trasmettergli è questo: Ti amo per quello che sei, indipendentemente dai risultati o dai successi che ottieni.
Queste parole costituiscono le fondamenta, la base su cui far germogliare l’autostima di nostro figlio.
(1 Cfr. “Le parole per crescere tuo figlio”, Roberti A., Macro Ed.)
#iosonocaffè
Arianna Murrone
Psicologa, Psicoterapeuta
Analista Transazionale e Mediatore Familiare
Facilitatore Metodo Tutta un’Altra Vita